15.4.12

ESSERE E NON ESSERE


ESSERE E NON ESSERE
di Pippo Di Marca e Giancarlo Dotto
azione scenica di e con  Pippo Di Marca
scena  Luisa Taravella
disegno luci Riccardo Giubilei
suono e immagini Salvatore Insana
organizzazione Anna Paola Bonanni



Mercoledì 18 aprile, ore 21, debutterà all'Atelier Meta-Teatro lo spettacolo “Essere e Non Essere”, dedicato da Pippo Di Marca e Giancarlo Dotto alla memoria di Carmelo Bene. Non si tratta di un “omaggio” (che lui certamente non avrebbe gradito), bensì di una messa in scena curata e assunta in prima persona da Pippo Di Marca come 'voce recitante' con cui si intende 'testimoniare', evocare, raccontare momenti salienti dell'opera e della vita di Carmelo Bene, fino agli ultimi anni di malattia e di isolamento.
Carmelo Bene lo conobbi nel ’66, nel camerino del Teatro delle Muse, al termine di un memorabile (e burrascoso, un Visconti molto contrariato, poco prima della fine, si alzò e abbandonò da primadonna la sala, e in certo senso gli ‘rubò’ la scena) “Il rosa e il nero”. Neofita qual ero, pensai di dovermi sorbire le conseguenze di una serata indubbiamente piuttosto ‘nervosa’, sopra le righe, ma lo trovai incredibilmente calmo, come se non fosse successo nulla. Questo era Carmelo: un uomo che s’accendeva e si spegneva, ‘appariva’ e sapeva ‘scomparire’, l’uomo di teatro più o-sceno (fuori da qualsiasi schema o metodo teatrale precostituito) che abbia avuto l’Italia. Un artista debordante, che imponeva – in superficie – la sua Presenza, il suo Ipertrofico, straordinario, carnale, fisico Io scenico, il suo ESSERE e al tempo stesso - e per così dire in profondità – un artista radicale al negativo, che lavorava per sottrazione, per cancellazioni, per una sorta di rigore estremo, di dimensione interiore alta, né metafisica né spirituale, ma di assoluta tensione morale e poetica nella sua totale a-moralità, nella sua 'disperata' anti-poesia, tutto proteso verso un NON ESSERE. Un gigante del teatro italiano del Novecento, un Maestro inimitabile e irraggiungibile, un maestro 'negato': poiché il suo 'magistero', come quello dei veri grandi, è unico e 'intrasmissibile', la poesia (poi, quale poesia?), non si può insegnare; è un quid 'misterioso' che però ha dato ad artisti di intere generazioni la forza di cercare il proprio 'mistero', la propria energia poetica. Questa ricerca permanente, inesausta è quello che Carmelo nelle tante frequentazioni che abbiamo avuto dopo quel primo incontro mi ha lasciato - ci ha lasciato -, una predisposizione, se si vuole, alla 's-didattica' teatrale, a un ‘arbitrio’ erudito, consapevole, lucido. Un amico, un non-maestro, con cui e di cui sentiamo il bisogno di continuare a parlare, non tanto per omaggiarlo, ma appunto per parlarci, raccontarlo, farsi memoria, presenza viva, scenica, della sua poetica e della sua vita; senza tralasciare la sua 'umanità', la sua fiera 'fragilità', accentuate nei lunghi ultimi anni di malattie e volontario autoesilio.  Tutto questo vorrebbe 'testimoniare' “Essere e Non Essere”, lavoro che condivido con Giancarlo Dotto, senza dubbio il più caro amico e sodale di Carmelo per tutta la vita.
                            
                                                   Pippo Di Marca
                                                                                                                       


dal 18 al 30 aprile 2012
ore 21 – festivi ore 18

ATELIER META-TEATRO
Via Natale del Grande 21, Roma, tel. 340 8578140
Ingresso € 14,00 – Ridotto € 10,00